lunedì 4 settembre 2017

IL PIEDISTALLO DELLA CROCETTA



            Nel 1998 è stata decorosamente sistemata buona parte dell'interessante materiale archeologico che da tempo si trovava disseminato nel giardinetto prospiciente la Canonica di Maderno e che proveniva in gran parte dalla vicina Chiesa romanica. A questo è stato aggiunto altro materiale proveniente dai resti del castello di Maderno e dalla villa romana di Toscolano, recuperati in occasione dei vari scavi effettuati per la realizzazione della rete fognaria.
            Tra tutti i pezzi che oggi fanno bella mostra di sé‚ sul lato destro del giardino della Canonica, ci vogliamo occupare del "piedestallo della crocetta", così veniva chiamato, nelle vecchie mappe del secolo scorso e precedenti, quel troncone di colonna in pietra con scolpite una croce e la data del 1670, che oggi appare coricato. Un'ara romana, come afferma lo storico Guido Lonati nelle sue memorie su Maderno, che fu poi adibita dai Frati della Religione a reggicroce, come testimonia ancora il foro posto al centro del basamento. Recuperato probabilmente, con tanti altri pezzi, fra i resti della villa romana di Toscolano, fino agli inizi di questo secolo il piedistallo si trovava in fondo al Lungolago di Maderno, vicino al maestoso platano (il piantù), nella località che proprio dallo stesso prese il nome "la crocetta".Questo era anche il nome dell'unica via che in quei tempi portava direttamente al lago attraverso la campagna partendo dal Borgo di Maderno, già località "Pozzo", attraverso l'attuale Via Vitali (dove si trova l'Asilo) e le vecchia strada di campagna del Cimitero (ora Via Foscolo) fino al lago.
            Ma chi aveva collocato in quel luogo il piedestallo e perchè? Si ritiene siano stati i Frati di Via Religione e precisamente, in considerazione della data scolpita (1670), i Frati AGOSTINIANI di S.Salvatore di Brescia, divenuti Canonici lateranensi di S.Afra, che rimasero sul posto fino al 1772. Questi ultimi erano succeduti alle monache di S.Croce in Venezia, mentre i Frati Domenicani, che per primi s’insediarono alla "Religione" fondando l'Abbazia domenicana, se n’erano andati già da quasi due secoli.
            Poiché il loro Monastero (Religione) si trovava molto vicino e collegato al luogo in questione grazie ad un antico guado sul torrente Toscolano, si può pensare che la colonna fosse stata collocata dai Frati come meta delle loro processioni, per servire come reggicroce.
            E' interessante osservare come la croce e la data siano stati scolpiti sulla colonna capovolta, con la base rivolta verso l'alto. Per quale motivo? Molto probabilmente per la medesima ragione per cui alcuni bassorilievi d’origine pagana furono murati capovolti nell'edificazione della Chiesa romanica, e cioè per sottolineare il disprezzo per la loro origine.
            In occasione della recente sistemazione si pose dunque il problema di come collocare il pezzo. Con la base rivolta verso il basso, come richiedeva l'origine della colonna romana, oppure capovolto com’era usato dai Frati?
            Per rispettare e ricordare la sua storia ed il suo duplice utilizzo nel corso di quasi duemila anni, è stato deciso di collocarlo in posizione orizzontale e ciò grazie alla competenza e all'interessamento del compianto Prof.Roberto Bottoli.
            Vorrei proporre un’ipotesi che ritengo collegata al suddetto piedestallo della crocetta. Sulla muraglia della casa sita all'angolo di Via Cavour con Via Sacerdoti (località orologio) contrassegnata dal civico numero 8-10 si osservano incastrate diverse pietre bugnate che si presume siano di provenienza del castello di Maderno per la loro particolare conformazione. In una di queste vi è scolpita una croce simile a quella del piedestallo sopra descritto che si trova nel giardino della canonica.
            Non potrebbe essere stata incisa anch'essa dagli stessi Frati che consideravano questo luogo un altro punto di sosta o d’arrivo delle loro processioni? D'altra parte, questa pietra con incisa la croce, è poco distante dall'inizio della Via Crocetta, ora divenuta Via Vitali.
            A sostegno di quest’ipotesi ci sono anche le date. Infatti, il castello, divenuto palazzo del Vicario durante la dominazione veneta, fu distrutto da un incendio il 25/8/1645 e da quell'epoca gli scheletri delle sue muraglie furono prelevati da chiunque ed in buona parte disseminati nel paese per essere usati a rinforzare o completare alcune case.
            Solo 25 anni quindi separano la data del 1670, incisa nel piedestallo della crocetta, con quella dell'inizio del disfacimento del castello e questo ci fa presumere che l’ipotesi sopra descritta possa anche corrispondere alla realtà.



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