sabato 24 gennaio 2015

COLONNA DI S.MARCO IN PIAZZA MADERNO



E' il segno della dominazione veneta che, dal 1426 proseguì per ben 371 anni fino al 1797.
Sul basamento che sostiene l'agile colonna, nel lato verso il lago, si osservano in bassorilievo le figure di due Santi:: S.Andrea e S.Ercolano. Il primo è patrono di Maderno ed il secondo dell'intera Riviera del Garda.
Come avvenuto in altri paesi vicini, anch’essi dominati dalla Serenissima, questo monumento con il simbolo di Venezia fu posto di fronte al Municipio (allora di Maderno) che aveva sede in Piazza.
Originariamente la colonna sorreggeva un leone alato in pietra con il libro recante la scritta: "PAX TIBI MARCE EVANGELISTS MEUS" ed i gradini erano cinque. Oggi ne rimangono solo tre: gli altri due sono stati coperti dal materiale steso per alzare il piano della piazza, dopo la disastrosa piena del lago avvenuta nel 1961.
Fino al 1937, data in cui fu costruito presso il Cimitero di Maderno il nuovo Monumento ai Caduti di Toscolano-Maderno, sulla colonna era posto un grosso medaglione sul quale erano incisi i nomi dei Caduti di Maderno. Rimangono evidenti i segni di tale operazione.
Un monumento del tutto simile a questo, ancora nella sua veste originale e ben conservato, si può ammirare al centro della piazza di Lonato, di fronte alla sede Municipale. Un altro esisteva a Salò nella Piazza dove si trova ora il Monumento ai Caduti, ma fu demolito completamente ed il suo basamento fu successivamente usato per sostenere la statua di S.Carlo, posta nell’omonima via di Salò.
Ritengo che l'unico particolare per il quale la colonna di Maderno si distingue dagli altri siano solo quelle due figure di Santi in bassorilievo poste sul lato a lago del basamento, che riproducono i patroni del paese.
La colonna fu eretta a conferma della fedeltà a Venezia per decisione del Consiglio Comunale di Maderno nella seduta del 16 agosto 1610. L'anno successivo fu dotata tutt’intorno di cinque gradini. Si conoscono molto bene anche i particolari del periodo in cui l'originale leone in pietra fu abbattuto e fu sostituito da quello attuale in bronzo, ben lontano nelle fattezze dall'originale.
L’episodio accadde alla fine del '700, quando i francesi invasero l'Italia; mentre alcuni monumenti della Serenissima furono completamente demoliti, a Maderno si limitarono al solo leone alato in pietra.
Infatti, un gruppo di militi scalò la colonna di cui si parla e s’impossessò del leone in pietra. Anziché distruggerlo, ritenne più originale caricarlo su una barca e portarlo al largo del golfo. Prima di lasciarlo cadere nella profondità del lago gli attaccarono una corda al collo con una grossa pietra. Un gesto certo inutile ma che aveva un preciso significato politico. La colonna rimase così orfana del suo leone per più di un secolo, quando partirono le prime iniziative per rimetterne uno nuovo. Nel 1896, in occasione della visita al suo amico G.Zanardelli, lo scultore e pittore siciliano Ettore Ximenes manifestò la volontà di offrire all'Amministrazione Comunale il leone tanto desiderato.
Passarono alcuni anni senza che il dono giungesse perciò nel 1901 l'Amministrazione Comunale decise di provvedere direttamente ad ordinarlo al Cav.Domenico Ghidoni (di Ospitaletto con studio a Milano) che scelse per il lavoro la pietra di Mazzano. Appena iniziata l'opera giunse la notizia che lo scultore Ximenes intendeva mantenere la promessa ma, anziché in pietra, il leone sarebbe stato in bronzo. Il motivo di questa scelta fu per evitare che facesse la stessa fine del primo che egli aveva già portato a termine, ma che durante il viaggio aveva avuto un'ala mutilata (così perlomeno affermò il donatore). Il 1° settembre 1902 giunse finalmente a Maderno la tanta attesa cassa contenente il dono. Ma, appena aperta, l'impressione fu veramente deludente per tutti. Il leone era di modeste dimensioni e, soprattutto,mancava il libro con la scritta latina, perciò nulla aveva a che vedere con il simbolo di Venezia.
Grande fu l'imbarazzo della Giunta Municipale, come si può capire fra le righe del verbale.
Si doveva o no accettare il dono di questo leone che nulla aveva della fierezza del simbolico emblema veneziano? Trattandosi di un omaggio che lo scultore intendeva offrire al Comune, tramite il Primo Ministro Zanardelli, come poteva l’Amministrazione non accettarlo senza mancare di rispetto allo statista?
Infine il riguardo nei confronti di Zanardelli ebbe la meglio ed il Consiglio Comunale, nella seduta del 13 novembre 1902, decise di accettarlo. Fu posto definitivamente sulla colonna il successivo mese di dicembre e vi si trova tuttora.
Nel 2006, in occasione della rimessa a nuovo della colonna, sono stati portati alla luce i due gradini in pietra che erano stati coperti, con materiale, per l’innalzamento del piano stradale causa la esondazione del lago del 1961.

                                                                                                                      Andrea De Rossi



          
                                                        La colonna sprovvista del leone (1900)                                             

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