giovedì 14 marzo 2013

MITRAGLIAMENTO AEREO DEL 7.2.1945

RICORDI DI GUERRA

Osservando nella stagione estiva il promontorio di Toscolano sul quale si estendono alcuni campeggi con numerosissimi turisti che trascorrono serenamente all’aperto le loro vacanze, mi sovviene un ricordo non altrettanto sereno che è avvenuto ben 67 anni fa e precisamente il 7 febbraio 1945.

Eravamo allora negli ultimi mesi di guerra. Gli aerei alleati prendevano di mira qualsiasi obbiettivo, anche una sola auto in circolazione. In questo caso il loro obbiettivo era il deposito di mezzi dell’autoreparto dell’esercito che si trovava nell’area Visintini alla “Religione” di Toscolano. In quel tempo, per evitare di essere preso dai tedeschi e condotto a lavorare in Germania, come avvenne per tanti altri miei coetanei, scelsi di arruolarmi nella Polizia Repubblicana la cui sede era ubicata a Maderno in Via Promontorio presso la ex cartiera Bonaspetti (di fianco alla fabbrica del ghiaccio). Dopo alcuni lavori di ristrutturazione, al primo piano fu posto il Comando, la Camerata e l’ambulatorio Medico dove era in servizio anche il celebre calciatore locale Ugo Locatelli. Data la mia precedente esperienza in comune io fui subito adibito come dattilografo all’Ufficio Comando.

In quel giorno, come frequentemente avveniva, suonò la sirena d’allarme per un attacco aereo e fummo tutti costretti a lasciare l’ufficio per ripararsi nella stalla dei Bonaspetti dalla quale, attraverso un finestrone, potemmo assistere alla scena del mitragliamento. Improvvisamente sono apparsi nel cielo cinque aerei “Tunderbolt” alleati i quali, dalle evoluzioni preparatorie, si è intuito subito che avevano per obbiettivo colpire il deposito di automezzi dell’autoreparto dell’esercito che era situato sotto una tettoia in località “Religione”, proprio di fianco al luogo in cui ero riparato. Ricordo esattamente le varie fasi di questo mitragliamento aereo. Gli aerei scelsero la via proveniente dal lago e, abbassandosi notevolmente, si diressero verso questo deposito di automezzi dando inizio ad un furioso mitragliamento in quella direzione, ripetendolo più volte con accanimento. Poi, improvvisamente, scomparvero lasciando un assoluto silenzio ed un fumo che saliva dalle carcasse degli automezzi colpiti.

Dopo poco tempo, accertato che gli aerei si erano definitivamente allontanati uscimmo tutti dalla stalla-rifugio. Io mi diressi sul campo prospiciente, ora divenuto il campeggio Promontorio, e raccolsi numerosi bossoli, ancora caldi, di ottone brunito lunghi quanto il palmo della mano sui quali era inciso un numero di matricola. Li collegai uno con l’altro tanto da formarne una catena che per diversi anni ho custodito a casa per ricordo di questo avvenimento di guerra.

                                                                                                                                      Andrea De Rossi

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