mercoledì 13 marzo 2013

I LIMONESI A MADERNO NEL 1917 DURANTE LA GUERRA


L'ex albergo Lignet dove vennero ospitati i limonesi



            Maderno Fava e Maderno Montagnoli. Non è un gioco di parole, ma semplicemente nomi e cognomi di due persone che nacquero a Maderno rispettivamente il 9 e il 14 ottobre 1916. Si tratta di figli appartenenti a famiglie di Limone sfollate a Maderno a causa della guerra, ai quali i genitori, per riconoscenza dell'ospitalità ricevuta, hanno voluto attribuire il nome del paese.
            Ricostruiamo brevemente la dolorosa vicenda di queste persone costrette a lasciare il loro paese ed i loro beni per l'incalzare della guerra.
            Il confine con l'impero austro-ungarico era a pochi chilometri da Limone, lo stesso che divide ora la Lombardia dal Trentino. Con l'entrata in guerra dell'Italia nel 1914 Limone divenne zona di guerra. Infatti, il 25.5.1914 gli alpini del Battaglione Val Chiese occuparono il Corno della Marogna ed il 27 dello stesso mese lo raggiunse anche il del Battaglione Vestone. Fu però solo verso la fine del 1916 che la permanenza della popolazione di Limone cominciò ad essere in pericolo perciò, all'inizio di settembre, il re Vittorio Emanuele III^ giunse in piroscafo e, vista la situazione, decise di far sgomberare il paese da tutta la popolazione.
            L'evacuazione, per coloro che non trovarono ospitalità nei vicini paesi di Campione e Tremosine, avvenne - per ragioni di sicurezza - nella tarda serata dell’ 11 settembre a mezzo del battello Italia, con destinazione Maderno e Gardone Riviera.
            Alcune centinaia di persone, abbandonate le loro case, s’imbarcarono sul battello con modeste masserizie e con un grosso nodo in gola in quanto non sapevano se e quando sarebbero ritornate alle loro case.
            Un primo gruppo fu sbarcato a Maderno e l'altro a Gardone Riviera. A Maderno furono ospitati all'Hotel Lignet (ora Istituto S.Cuore) mentre a Gardone furono divisi fra l'Hotel Monte Baldo, Villa Ella, Villa Maria e Villa Ruhland. In quest'ultima furono ospitati il Sindaco, gli Assessori ed il Segretario Comunale e  fu stabilita anche la sede Municipale dove si tennero le riunioni del Consiglio comunale. Anche il Parroco alloggiò a villa Ruhland e celebrava la S.Messa nella Chiesetta di Gardone sotto.
            Con speciali permessi i limonesi tornarono frequentemente al loro paese per la raccolta dell'uva e delle olive sbarcando di notte con il vaporetto "Concordia" (divenuto poi di proprietà della Cartiera di Toscolano).
            Terminata la guerra e precisamente il 17 dicembre 1918 i limonesi poterono ritornare a casa e dovettero rimboccarsi le maniche e ricostruire tutto ciò che era andato distrutto.
            Solo la famiglia di Giuseppe Segala si fermò a Maderno. Il capo famiglia svolse la sua attività di calzolaio fino al 1935 per poi ritornare definitivamente a Limone. Il figlio Alessandro sposò successivamente la madernese Angela Vezzoni. Ora entrambi scomparsi lasciano due figli Giuseppe e Alessandra e tre nipoti Simone, Stefano ed Elisabetta portatori viventi della aproproteina A-I Milano, la famosa proteina anomala presente nel sangue di diversi limonesi, scoperta nel 1982 dal Prof.Sirtori di Milano.

                                                                                                   Andrea De Rossi

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